domenica 18 aprile 2010

MATASSO, DIRE NO AL CONSOCIATIVISMO IN SICILIA



Palermo, 18 apr. – (Avanti!) – C’era un tempo in cui il pudore faceva arrossire ed il consociativismo era considerato, tutto sommato, riprovevole. Era il tempo in cui il senso del ruolo istituzionale di maggioranza ed opposizione aveva ancora un peso nei gesti che ciascuno, da qualsiasi parte dello schieramento parlamentare, compiva giorno dopo giorno. C’era un tempo, almeno nei paesi di normale democrazia: ma forse, a leggere le cronache degli ultimi sessant’anni di Autonomia siciliana, quel tempo nella nostra isola non c’è mai stato.
Non sbaglia chi descrive nel consociativismo la cifra politica di un’intera élite dirigente, che in più occasioni ha disvelato la propria istintiva tendenza a costituirsi in un sostanziale monopartito. Tuttavia, contrariamente alla vulgata oggi in voga, la cartina di tornasole di tale inclinazione non è rappresentata tanto dalla breve parentesi del “milazzismo”, quanto dal ben più duraturo “fidanzamento” consociativo tra una parte della Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista siciliano, che ha invece percorso la gran parte della storia recente dell’isola.
Da sempre, questa logica compromissoria in Sicilia ha trovato nel Psi il principale avversario, come non mancava di ricordare il compianto compagno Nicola Capria.
Dal 1947 ad oggi, la singolare “democrazia consociativa” di Palazzo dei Normanni ha gravemente inficiato e svilito i meccanismi decisionali del sistema politico dell’Autonomia, che si sono basati sempre più sulla ricerca di intese trasversali amichevoli e di soluzioni di compromesso. Una situazione simile può essere a ragione considerata tanto la causa quanto la conseguenza dell’attenuata forza di polarizzazione e mobilitazione dei blocchi politici nazionali in Sicilia.
L’antica consuetudine tra i reduci della Dc e del Pci nella nostra regione ha attraversato indenne finanche il passaggio, avvenuto in modo traumatico nel resto d’Italia, dalla Prima alla cosiddetta Seconda Repubblica. Il governo Lombardo-ter, che vede una parte del Partito Democratico coinvolta in maniera pressoché scoperta, altro non è che il frutto avvelenato di una lunga storia di cattive pratiche parlamentari.
La tempesta giudiziaria che sembra in procinto di abbattersi sul Governatore, ancorché tuttora avvolta da nebulose indiscrezioni che inibiscono ogni commento, sta producendo il solo effetto di far risaltare una volta di più le contraddizioni del Pd siciliano, il cui capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici, ha incontrato a casa propria il presidente della Regione, per di più all’insaputa di una parte del suo stesso raggruppamento parlamentare.
La posizione del Psi isolano sulla crisi strutturale del finto bipolarismo alla siciliana deve essere netta come in passato. Se tutto però si riducesse, da parte di noi socialisti, alla pur sacrosanta richiesta di rispetto del principio democratico di maggioranza, e non si tracciassero al contempo anche percorsi per dare l’opportunità di costruire una nuova politica di trasparenza e sviluppo, offrendo così risposte concrete alla legittime richieste del popolo siciliano, avremmo fallito miseramente il nostro obiettivo e non saremmo stati all’altezza del nostro passato.
Questo messaggio affido ai tanti compagni che hanno rinnovato l’iscrizione al partito in Sicilia, affinché i prossimi mesi ci vedano tutti uniti nella paziente costruzione di un progetto alternativo tanto al centro-destra quanto al “milazzismo” al ribasso dell’Mpa e dei suoi amici all’interno del centro-sinistra.

ANTONIO MATASSO





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